Le Pixel Remaster dei primi sei giochi della serie Final Fantasy sono state rilasciate per PC tra il 2021 e il 2022 e sono state un grande successo per Square Enix. Questa volta, la compagnia non si è limitata a fare delle semplici conversioni dei giochi del passato, né ha cambiato completamente lo stile dei giochi come in alcune edizioni per dispositivi mobili. Invece, ha rinnovato con cura e rispetto i suoi titoli classici, mantenendo la loro natura vintage e modernizzandoli allo stesso tempo.
Ora, dopo più di un anno, Final Fantasy I-VI Pixel Remaster arriva anche su PlayStation 4 e Nintendo Switch. In questo articolo, daremo uno sguardo veloce a tutti i giochi della collezione, che possono essere acquistati insieme al prezzo di 74,99 euro o singolarmente per un prezzo che varia da 11,99 euro (Final Fantasy e Final Fantasy II) a 17,99 euro (tutti gli altri). Final Fantasy VI, ancora oggi considerato un capolavoro, è stato oggetto di una recensione a parte in precedenza.
Che significa Pixel Remaster?
Vuoi sapere di più sull’operazione Final Fantasy Pixel Remaster? In realtà, non si tratta di un vero e proprio remake come Live A Live, ma Square Enix ha comunque migliorato gli sprite e la pixel art dei sei giochi, soprattutto grazie al contributo dell’illustratrice Kazuko Shibuya. Anche se non è stata completamente ridisegnata in HD-2D, alcune scene iconiche come quella dell’opera teatrale in Final Fantasy VI sono state migliorate. Inoltre, la nuova versione presenta testi più fedeli all’originale grazie a un font appositamente scelto e risulta particolarmente adatta alla piattaforma Switch OLED, soprattutto in modalità portatile.
Square Enix ha aggiornato completamente la musica di ogni gioco, offrendo la possibilità di scegliere tra le vecchie e le nuove tracce. È inoltre possibile ascoltare ogni canzone su una schermata apposita, come in un jukebox. Questo significa che gli appassionati nostalgici possono ascoltare la musica esattamente come era originariamente composta, mentre coloro che apprezzano la rielaborazione orchestrale curata da Nobuo Uematsu possono godersi queste nuove versioni.
Le Pixel Remaster offrono un’esperienza di gioco familiare a quella di altre conversioni rimasterizzate di Square Enix. Puoi personalizzare il gioco regolando la quantità di denaro o punti esperienza ottenuti e scegliere di disattivare i combattimenti casuali per semplificare il gioco. Puoi anche aumentare la velocità delle animazioni e dei movimenti per rendere il gioco più fluido. Tuttavia, non è possibile ripristinare l’aspetto originale dei giochi nella collezione, ma puoi applicare un filtro per rendere l’immagine simile a quella di un vecchio tubo catodico. Inoltre, non è possibile scegliere il formato dello schermo.
Inoltre, per arricchire l’esperienza di gioco, sono disponibili ulteriori contenuti, come il Riproduttore Musicale. Inoltre, per ciascun gioco, è possibile visualizzare le immagini promozionali in alta definizione nelle Gallerie dedicate. La Pixel Remaster è stata localizzata in italiano per tutti e sei i giochi, quindi se sei un appassionato di Final Fantasy, questa è l’opzione ideale per scoprire – o riscoprire – come è iniziato tutto, prima dell’arrivo di Final Fantasy XVI a fine giugno.
Final Fantasy
Il gioco Final Fantasy, creato nel 1987, è il primo della sua serie. Il suo creatore, Hironobu Sakaguchi, lo chiamò così perché stava pensando di smettere di creare videogiochi. Tuttavia, alla fine decise di continuare e Final Fantasy fu creato. In questo primo gioco, la trama è semplice ma efficace: i Guerrieri della Luce cercano di salvare il mondo cercando i Cristalli che lo sostengono. Curiosamente, il più recente remake intitolato “Stranger of Paradise” ha una trama molto più interessante.
Non c’è confronto tra la versione migliorata di Pixel Remaster e quella originale per NES che aveva una grafica di 8-bit che oggi sembra un po’ obsoleta. Le migliorie nel gameplay come la funzione di salvataggio rapido rendono il gioco più moderno e divertente nonostante sia un titolo vecchio. Dopo aver creato i quattro personaggi scegliendone le classi e i nomi, ci si ritrova subito immersi nel mondo di gioco senza istruzioni precise: è necessario esplorare e interagire con i personaggi non giocanti per capire cosa fare. Questo senso di libertà è affascinante, ma la difficoltà del gioco non è ben bilanciata in termini di combattimenti con i boss, il che può diventare frustrante se non si segue una guida o si perdono gli indizi importanti lungo la strada.
Final Fantasy II
Coloro che criticano Square Enix per sperimentare soluzioni diverse dovrebbero considerare il fatto che, nel 1988, i creatori di Final Fantasy, Sakaguchi e Miyamoto, modificarono significativamente il gioco nel sequel. Stavano ancora cercando di trovare la formula perfetta per competere con Dragon Quest e optarono per un nuovo sistema di crescita che si basava sulle competenze individuali dei personaggi invece dei tradizionali livelli di esperienza. Questo sistema consentiva una maggiore libertà nelle strategie e combinazioni, ma era poco intuitivo e squilibrato. La versione Pixel Remaster di Final Fantasy II mantiene il gameplay originale, inclusi i dungeon complicati e ridondanti con una frequenza fastidiosa di combattimenti casuali.
Anche se il gioco Final Fantasy II ha un approccio di gioco controverso, presenta una nuova e interessante narrazione. È il primo gioco della serie ad avere una banda di personaggi principali e secondari ben caratterizzati, introduce le iconiche creature Chocobo e la figura ricorrente di Cid e stabilisce un immaginario distintivo. La storia, sebbene non emozionante, è abbastanza semplice e coinvolgente. Anche se non è stato uno dei giochi preferiti della serie, è comunque un passaggio importante per comprendere l’evoluzione del marchio Final Fantasy.
Final Fantasy III
Il terzo capitolo di Final Fantasy è stato uno dei motivi che ha spinto Square Enix a crearne un remake in 3D per Nintendo DS diversi anni fa. Anche se a prima vista sembra essere il capitolo meno interessante della serie, in realtà è una storia fantasy standard che ruota attorno ai Guerrieri della Luce, selezionati dai Cristalli per salvare il mondo da un pericolo che si svela man mano che si gioca. La trama viene arricchita dai vari comprimari, o personaggi secondari, che danno una maggiore profondità alla storia. Final Fantasy III è stato pensato come risposta di Square a Dragon Quest III di Enix, e ha introdotto per la prima volta il sistema di cambio di classe. Anche se il meccanismo è ancora piuttosto elementare e richiede sessioni noiose di “grind” per affrontare alcuni boss difficili, permette ai giocatori di gestire meglio le abilità del gruppo.
Il gioco Final Fantasy III, incluso nella compilation, potrebbe essere il più difficile. I labirintici dungeon possono risultare molto lunghi e complicati, ma grazie alle migliorie apportate dalla Pixel Remaster, come il salvataggio automatico, anche i giocatori più perseveranti possono affrontarli con successo. Sebbene la trama e il gameplay di questo terzo capitolo non siano memorabili, la sua colonna sonora è tra le migliori dell’intera serie. L’arrangiamento orchestrale presente nella compilation valorizza ulteriormente le composizioni di Nobuo Uematsu. Tuttavia, in generale, la versione per Nintendo DS è considerata la migliore.
Final Fantasy IV
Se giochi ai giochi Final Fantasy in ordine, noterai che il quarto episodio è diverso dagli altri tre. Mentre i primi tre giochi utilizzavano la storia solo come sfondo al gameplay, in Final Fantasy IV la trama è molto importante. Anche oggi, dopo trent’anni, la storia di Cecil Harvey, il Cavaliere Oscuro che si mette in discussione, tradisce il proprio sovrano e diventa un Paladino, è ancora uno dei giochi di ruolo giapponesi più maturi e drammatici. Inoltre, il gioco ha un cast di personaggi secondari eccezionali che hanno fatto la storia non solo di Final Fantasy, ma dell’intero genere di giochi di ruolo. La nuova versione del gioco, la Pixel Remaster, ha reso gli sprite e le indimenticabili musiche ancora migliori, anche se la versione in 3D rilasciata alcuni anni fa per Nintendo DS è ancora più moderna nella presentazione e nella varietà dei contenuti extra.
Nonostante ciò, la versione attuale rimane fedele all’originale in tutti i suoi aspetti, sia positivi che negativi. Final Fantasy IV è un gioco di ruolo molto più diretto rispetto ai titoli precedenti: non puoi cambiare la classe o il ruolo dei personaggi giocabili, e non influire sulla trama. Anche se i dungeon sembrano più brevi e semplici, i combattimenti casuali possono diventare fastidiosi. L’opzione di combattimento automatico semplifica il gioco, ma il sistema di combattimento è molto semplice e implementa il meccanismo Active Time Battle, che Square ha usato in quasi tutti gli altri titoli di Final Fantasy.
Final Fantasy V
Il quinto gioco della serie Final Fantasy, uscito nel 1992 per SNES, è un importante gioco di ruolo giapponese che si concentra sul divertimento, la scoperta e la sperimentazione del gameplay. Anche se la storia di Bartz e dei suoi amici manca di pathos ed è spesso comica, questa scelta di stile è intenzionale e serve a contestualizzare il gioco. Il sistema di classi di Final Fantasy V, noto come Job, è famoso per la sua facilità d’uso e offre grande libertà nella costruzione del party. Non ci sono restrizioni o penalità, e si possono sbloccare e provare molte combinazioni diverse di mestieri. La progressione del gioco è ben bilanciata, ma ci sono scontri impegnativi contro nemici comuni e boss che richiedono una strategia e l’uso di abilità e mestieri adeguati per vincere.
Final Fantasy V è stato riproposto diverse volte nel corso degli anni, con aggiunte e soluzioni controversi. Tuttavia, la nuova versione chiamata Pixel Remaster rappresenta la versione definitiva del gioco. Anche se mancano alcune caratteristiche come i Job e i contenuti extra della versione Game Boy Advance, le migliorie apportate alla grafica, alle musiche e alla qualità della vita sono davvero notevoli. Final Fantasy V è ancora considerato uno dei migliori giochi 2D per la sua attenzione ai dettagli e alla cura nella creazione dei pixel colorati, e la nuova edizione lo mette ancora di più in evidenza.
Final Fantasy VI
Final Fantasy VI è considerato uno dei migliori giochi di ruolo giapponesi di tutti i tempi. È il miglior titolo della collezione e rappresenta il culmine che la serie Square Enix ha raggiunto durante l’era d’oro dei giochi a 16-bit prima di passare al 3D con il settimo episodio. Il gioco è quasi perfetto sia dal punto di vista grafico – con una pixel art di alta qualità – sia per quanto riguarda il sonoro – la colonna sonora è epica e nel Pixel Remaster è ancora migliore. Il gameplay è coinvolgente e bilanciato, con un sistema di combattimento a turni. Anche se non ha un sistema di classi, Final Fantasy VI offre una grande varietà di soluzioni grazie alla presenza di molti personaggi giocabili, ognuno dei quali rappresenta un’archetipo unico con meccaniche e funzionalità diverse.
La trama di Final Fantasy VI è molto matura e coinvolgente, mettendo in scena una grande battaglia tra un gruppo di ribelli valorosi e un malvagio antagonista di nome Kefka Pallazzo, che è perfido e odioso. Anche se alcuni personaggi sono opzionali, i protagonisti principali, come la coraggiosa Terra e lo spavaldo Locke, sono indimenticabili e creano legami di amicizia, amore e rispetto che danno vita a una storia ricca di sorprese. La versione Pixel Remaster di Final Fantasy VI è altamente consigliata per gli appassionati del genere e l’acquisto è decisamente obbligato.