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Recensione di Shadow Gambit: The Cursed Crew: il miglior gioco stealth di Mimimi

Shadow Gambit: The Cursed Crew, la recensione dell’opera più compiuta di Mimimi

Nella contemporaneità, quando si rigioca a Commandos: Behind Enemy Lines, emerge come un intrigante enigma interattivo, sfumando la sua natura di strategico in tempo reale con tattiche stealth. In passato, rappresentò un’esperienza innovativa e all’avanguardia, ma col trascorrere degli anni, ha rivelato alcune restrizioni, particolarmente evidenti nella struttura altamente vincolante delle missioni. Queste missioni, spesso dotate di una sola soluzione autentica, si dimostravano implacabili in caso di errore.

Stavamo giungendo alla fine degli anni ’90, un’epoca in cui l’ambito dei videogiochi offriva ancora ampie opportunità di sperimentazione, soprattutto nel contesto dei PC. Idee innovative, proprio come quelle introdotte dalla serie di giochi sviluppati da Pyro Studios, erano all’epoca accolti con fervore dal mercato. Nel corso del tempo, la saga di Commandos aveva stabilito dei parametri di riferimento, ma il genere stesso aveva visto una crescita relativamente contenuta, fino a quando non è stato rinvigorito dalle mani esperte di Mimimi Games. Prima attraverso l’acclamato Shadow Tactics e poi con l’eccezionale Desperados III, il team di sviluppo è riuscito a ridefinire l’approccio, ampliando gli orizzonti e rendendo accessibile il genere anche alle console. In questa recensione di Shadow Gambit: The Cursed Crew, esploreremo attentamente se ci troviamo di fronte a una nuova pietra miliare nell’evoluzione del genere, come già suggerito dal loro precedente capolavoro.

Storia, mondo e poteri di Shadow Gambit

Nascondersi e colpire di sorpresa è il cuore di Shadow Gambit

L’Inquisizione, guidata dalla maestosa Inquisitrice Ignazia, sta intensificando la sua brutalità e sta estendendo il suo dominio su tutte le terre dei Caraibi Scomparsi: un territorio ispirato ai Caraibi dell’epoca d’oro della pirateria, dove non è affatto insolito imbattersi in teschi eloquenti e filibustieri maledetti. La primaria missione del gioco, svolgendo al contempo il ruolo di tutorial, richiede il nostro impegno nel liberare la nave Red Marley dall’oppressione dell’Inquisizione. Nel ruolo dell’ardita piratessa Afia Manicato, caratterizzata da una mano scheletrica e dall’impiego del petto come custodia per la sua sciabola, ci troviamo a familiarizzare con il sistema di gioco, imparando a mimetizzarci tra gli arbusti, decifrare l’angolo visivo dei nemici, apprendere come sfruttare l’oscurità a nostro favore ed eliminare le vittime senza lasciarci scoprire, occultando i corpi onde evitare che vengano notati dai loro commilitoni.

Per raggiungere tale scopo, avremo l’occasione di adoperare le abilità uniche di Afia, poiché ogni autorevole piratessa maledetta che si rispetti è dotata di poteri speciali: un balzo fulmineo che le consente di raggiungere la sua preda in un istante, e un attacco mentale che confonde gli avversari per un breve periodo. In essenza, sia Afia che Ignazia perseguitano un medesimo fine: scovare il tesoro celato dal precedente capitano della Red Marley, un certo Mordecay, il quale è leggendariamente detto custodire segreti di inestimabile valore.

La prima fase della missione svolge anche una funzione di introduzione alla mitologia intricata del gioco. In questo momento iniziale, entriamo in contatto immediato con le diverse caste dell’Inquisizione, ciascuna con le sue caratteristiche distintive. Tra queste caste figurano i soldati semplici, che si dimostrano meno ostici da confondere e neutralizzare; i commissari, simili ai soldati base ma dotati di una maggiore resilienza mentale e una minore inclinazione a distrarsi; i sacerdoti, abili nell’arte di immobilizzare i protagonisti dei giocatori. Inoltre, incontriamo una varietà di personaggi speciali, ciascuno opportunamente delineato in base alla situazione.

Anche il sapere riguardante il fuoco sacro emerge, impiegato dall’inquisizione per purificare il male, insieme a strani riti che possono bloccare il potere degli spiriti maledetti. Questi rituali tengono prigioniera la nave. Dopo il successo nel liberare la Red Marley, si otterrà l’accesso al suo ponte: il cuore pulsante di Shadow Gambit. Qui avremo la possibilità di impostare la rotta per la prossima missione, dialogare con lo spirito della nave, riportare in vita gli altri membri dell’equipaggio e affrontare alcune piccole sfide secondarie legate a ciascun membro dell’equipaggio.

Ogni personaggio è liberamente selezionabile e può interagire con tutti gli altri disponibili, tra cui una timida polena e una scimmia che pare avere una conoscenza fuori dal comune. Nonostante l’equipaggio sia composto da pirati maledetti, l’atmosfera di questi modesti compiti appare spensierata, tra la trasformazione di pesci in agenti segreti e la rimozione di strane macchie sul ponte mediante preparati non del tutto ortodossi.

Parlando in merito all’equipaggio, è indubbiamente un gruppo eterogeneo: ciascuno dei membri, incluso Afia, è dotato di abilità uniche che li contraddistinguono durante le imprese. Pertanto, abbiamo una donna pirata in grado di generare arbusti e di disorientare le guardie mediante semi; oppure un pirata eccentrico che ha un silente pesce come compagno, il quale può impiegare la sua ancora per accedere a un mondo parallelo, trasportando con sé sia nemici che compagni. Inoltre, vi è una piratessa dal talento di cecchina, la quale scocca una freccia forgiata con la propria essenza, e un abile cuoco di bordo esperto in infiltrazioni e teletrasporto. Non da meno, c’è un nobile inglese distintivo, capace persino di prendere possesso dei corpi avversari.

I dialoghi sono condotti dai disegni dei personaggi

Le abilità dei singoli individui si distinguono tra loro per la loro diversità e l’uso altamente specifico, richiedendo ogni volta che un nuovo membro venga resuscitato, un tutorial dedicato all’interno della Red Marley. Solitamente, per ogni missione è possibile selezionare soltanto tre pirati maledetti. Il pericolo in situazioni come queste è che il giocatore formi un gruppo di personaggi preferiti, tralasciando gli altri. Tuttavia, Shadow Gambit incoraggia l’impiego di vari individui attraverso astuti stratagemmi, come la pianificazione di missioni che richiedono l’uso di più squadre in momenti diversi, oppure collegando lo sblocco di nuove abilità a una barra che si riempie più rapidamente quando si utilizzano personaggi inattivi per un certo periodo di tempo.

Dopo un determinato evento, si sbloccano anche missioni specifiche per ciascun membro dell’equipaggio, da portare a termine sul campo (fuori dalla Red Marley), consentendo così una migliore conoscenza di tutti i membri. È opportuno sottolineare che la scrittura dei dialoghi non brilla per originalità, ma la trama svolge senza dubbio il suo ruolo, risultando abbastanza coinvolgente. Questo è amplificato dalla gestione accurata dei colpi di scena e della progressione all’interno della storia.

Design dei livelli

Con un tasto è possibile evidenziare tutti gli oggetti interattivi, una funzione molto utile

Tutti questi aspetti di varietà si sarebbero rivelati poco efficaci se non fossero stati sorretti da un design dei livelli appropriato. È proprio in questa prospettiva che Mimimi ha dimostrato la sua abilità, creando mappe estese che possono essere affrontate in varie modalità e che sono in grado di adattarsi alle abilità di ciascun personaggio. Di conseguenza, il giocatore ha l’opportunità non solo di sviluppare uno stile personale unico, ma non si trova mai nell’inconveniente di aver scelto un personaggio inadeguato per una specifica missione. Ciò che conta di più è la capacità di sfruttare appieno tutte le abilità a disposizione. All’inizio di ogni incarico, è necessario selezionare il punto di sbarco sulla mappa, cioè la posizione dove far giungere a terra l’equipaggio.

Tieni presente che ciascuna assegnazione sfrutta solo una porzione delle intricate mappe concepite dagli sviluppatori, e la scelta tra un punto di sbarco e un altro può influenzare notevolmente la sfida e riorientare radicalmente il percorso verso gli obiettivi prestabiliti. Per questa ragione, durante la fase di sbarco, viene concesso uno spazio per osservare le movenze degli avversari, al fine di discernere le aree più o meno fortificate. In generale, l’universo di gioco è frammentato in isole, sbloccate in sequenza attraverso l’avanzamento delle missioni. Nelle fasi iniziali, Shadow Gambit presenta una certa linearità, ma si apre rapidamente (dopo circa quindici ore di gioco), offrendo al giocatore la possibilità di selezionare quale missione affrontare da un vasto elenco, comprensivo di incarichi di equipaggio e tappe che spingono avanti la trama.

Uccidere in silenzio

La mappa è piena di informazioni utili per condurre la partita

L’azione viene visualizzata dall’alto, e la telecamera ha la flessibilità di essere ruotata o ingrandita a piacere. Il sistema di gestione è decisamente semplice, soprattutto per chi è familiare con il genere. L’interfaccia è chiara e presenta tutte le informazioni necessarie in modo immediato. Durante le missioni, oltre a giocare in tempo reale, è possibile attivare una pausa tattica per coordinare le mosse del proprio equipaggio. All’inizio del gioco, questo aspetto viene utilizzato in modo limitato, ma man mano che l’avventura prosegue, diventa un utensile di grande valore, addirittura indispensabile per pianificare strategie più complesse, come l’eliminazione simultanea di tre guardie o l’organizzazione di una rapida fuga (opportunamente, è possibile sfruttare l’allarme delle guardie per aprire dei varchi, anche se ciò comporta notevoli rischi).

Una volta che si riesce a padroneggiare la sospensione tattica, che consente di assegnare a ciascun personaggio un ruolo ben definito, si sperimenta una sensazione di eccitazione nel vedere messo in atto un piano sapientemente architettato o nel riuscire a invertire una situazione che stava per divenire pericolosamente critica per l’intera squadra. È importante considerare che con l’avanzare delle missioni, gli spazi di manovra diventano progressivamente più ristretti, nuove sfide si inseriscono nell’azione e, conseguentemente, la sincronizzazione tra i vari membri del gruppo acquisisce un’importanza cruciale. Quando i personaggi vengono scoperti, è necessario avviare una fuga affrettata per cercare un nascondiglio, dove ci si rifugia in attesa che l’allarme si plachi; questo periodo di tensione è visivamente segnalato da un cronometro chiaramente visibile sullo schermo. Successivamente, è possibile riprendere l’azione una volta che l’incubo dell’allarme sia terminato.

La pausa tattica, o modalità Ombra, consente di eseguire delle azioni interessanti

Nel caso in cui uno dei personaggi subisca un sopraffazione, è possibile riportare in vita tale personaggio sul campo di battaglia, raggiungendo la sua posizione prima che il conto alla rovescia scada. In alternativa, il loro spirito si trasferisce verso Marley, costringendo il resto del team a continuare nella missione con un membro in meno. Dal punto di vista delle circostanze di recupero, Shadow Gambit dimostra una certa tolleranza: le guardie abbandonano la ricerca dopo trenta secondi e fuggire inizialmente risulta relativamente agevole.

Inoltre, un sistema di avviso sullo schermo suggerisce ai giocatori di salvare regolarmente il loro progresso. Pur non essendo privo di sfide, Shadow Gambit si dimostra più clemente rispetto ad altri titoli simili, come ad esempio Shadow Tactics. Questo aspetto potrebbe essere considerato un difetto da alcuni, ma è in realtà una scelta necessaria per via della lunghezza del gioco e del gran numero di missioni, al fine di evitare un eccessivo livello di frustrazione. Chi lo desidera, tuttavia, ha la possibilità di selezionare il massimo livello di difficoltà per affrontare subito un’esperienza estremamente impegnativa.

Un gioco gratificante e faticoso

La ciurma al completo

Quello in cui Shadow Gambit eccelle è nell’immergere il giocatore all’interno delle sue dinamiche, le quali divengono via via più intricate all’aumentare della sfida delle missioni. Giunge un momento in cui ci si ritrova a pensare come se si stesse disputando una partita a scacchi, prevedendo con anticipo le mosse degli avversari e valutando ogni singola abilità a propria disposizione al fine di determinare la mossa successiva. L’immersione raggiunge livelli eccezionali, così come le opportunità di esplorazione creativa, che si rivelano gratificanti ogni volta che si riesce a introdurre innovazioni sfruttando le diverse meccaniche in gioco.

L’emozione derivante, in taluni scenari, è di grandissime dimensioni, così come la sensazione di aver superato sfide precedentemente ritenute insormontabili, magari adottando un approccio differente da quello inizialmente selezionato. In questa prospettiva, l’opera realizzata da Mimimi rappresenta un esemplare di precisione, incarnando il culmine delle tattiche stealth, in grado di conferire al giocatore un’ampia autonomia. Questo consente al giocatore di vedere i propri sforzi ricompensati, comprendendo dopo un breve numero di missioni che non è obbligatorio percorrere un sentiero predeterminato al fine di conseguire gli scopi prefissati. In altre parole, è possibile sviluppare uno stile di gioco personale senza timore di ostacoli imposti dal sistema stesso. Quest’ultimo, al contrario, finisce con l’elevare l’ingegnosità individuale, rispettando naturalmente i parametri del genere (non è possibile, per esempio, affrontare tutti frontalmente).

Tecnicamente il gioco è riuscito, ma non aspettatevi miracoli

Uno dei aspetti critici di Shadow Gambit: The Cursed Crew è la sua notevole sfida. Le missioni, estendendosi anche oltre l’arco di un’ora, presentano una complessità significativa, specialmente nella seconda parte del gioco. Superare questa fase richiede un approccio di prova ed errore per affrontare le varie sfide, con avversari che, come precedentemente menzionato, sono posizionati strategicamente per limitare le opzioni di manovra. Questo conduce a un impegno temporale considerevole nella valutazione delle disposizioni e dei movimenti dei nemici, sfruttando gli strumenti messi a disposizione dall’interfaccia. Tra questi strumenti ci sono la visualizzazione dei coni visivi dei singoli avversari e la capacità di determinare se un punto specifico della mappa è sotto il tuo controllo.

Quando individuano una debolezza nel sistema difensivo, spesso collegano anche le caratteristiche dei membri della squadra in missione e procedono con l’audace azione di fuoriuscita. Tuttavia, l’esito di questa mossa non è sempre immediatamente positivo, in quanto l’attuazione di strategie intricate può richiedere svariati tentativi. Questo è particolarmente vero quando ci si trova di fronte a piani d’azione più elaborati. È essenziale sottolineare che l’intero processo si svolge in maniera estremamente efficiente, con un coinvolgimento totale da parte di tutti i membri. La gratificazione raggiunge proporzioni significative quando si riesce a implementare con successo strategie di complessità considerevole.

La Red Marley è una nave con un'anima

Questo aspetto non può essere ignorato: dopo oltre sessanta minuti dedicati a una singola missione, è naturale desiderare un momento di respiro per recuperare dall’intenso sforzo mentale richiesto. Le fasi intermedie trascorse su Marley influiscono in modo significativo sulla frantumazione del ritmo, e dovremmo considerarle come pause semplici e necessarie. Tuttavia, potrebbe aver giovato all’esperienza complessiva un bilanciamento più armonico delle missioni stesse. Una sequenza di missioni più impegnative potrebbe essere seguita da altre di minore difficoltà, possibilmente più brevi, contribuendo così a creare una curva di difficoltà più dolce e gradita.

Da un punto di vista tecnico, Shadow Gambit dimostra la sua abilità offrendo un notevole livello di dettaglio, una varietà di ambienti ben caratterizzati e alcuni effetti particolarmente sorprendenti per le abilità della ciurma. È importante notare che non dovremmo attendere risultati straordinari, ma la realizzazione si presenta senza dubbio competente, e lo stile adottato è più cosciente e distintivo rispetto alle precedenti creazioni di Mimimi. In sintesi, anche da questa prospettiva, si è fatto un passo in avanti, conferendo all’opera una personalità più marcata e rendendo l’esplorazione dei Caraibi maledetti ancora più coinvolgente. La colonna sonora, a sua volta, è progettata in modo da non mai interferire con la pianificazione delle mosse del giocatore. L’accompagnamento musicale si compone di brani che sfumano nell’azione, emergendo maggiormente solo nei momenti di svolta narrativa o di tensione più accentuata.

9.0

Conclusioni

Shadow Gambit: The Cursed Crew si distingue come il supremo capolavoro degli strategici stealth disponibili. Non c'è dubbio al riguardo. Il gioco rappresenta un'eccellente evoluzione, resa possibile grazie alla vasta esperienza accumulata da Mimimi nel campo. Il team ha profondamente riflettuto su come espandere la formula di questo genere senza snaturarla, risultando nell'emersione di un'esperienza dagli orizzonti più ampi. Tuttavia, è innegabile che la sua esigente natura potrebbe rivelarsi un po' stancante, in quanto abbraccia un rigore notevole. Pertanto, ci si trova di fronte a un gioco che richiede un coinvolgimento mentale significativo. Nonostante ciò, è una sfida che può apportare un'enorme gratificazione, specialmente una volta che si è compreso a fondo l'interplay dei vari sistemi che lo costituiscono. Inutile dire che Shadow Gambit rappresenta un titolo caldamente consigliato. Coloro che hanno apprezzato opere come Desperados III o Shadow Tactics non dovrebbero assolutamente lasciarselo sfuggire, indipendentemente da qualunque ragione possa presentarsi.

Hunter Assassin

9.0

Pro

  • Eccellente progettazione delle mappe
  • L'apice dell'arte degli strategici stealth
  • Consente di elaborare piani entusiasmanti
  • Progressione ben gestita e bilanciata

Contro

  • Potrebbe richiedere un certo sforzo
  • Le missioni dell'equipaggio a bordo della nave mancano di emozionanti dettagli
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