Unite una spruzzata delle meccaniche fondamentali dei soulslike, mescolatele con un sistema di progressione ispirato ai classici aRPG, e amalgamate il tutto in un calderone basato su generazione procedurale. Infine, arricchite il mix con abbondanti elementi di sparatutto in terza persona. Lasciate cuocere a fuoco lento per circa quattro anni, e otterrete Remnant 2, un sequel diretto di Remnant: From the Ashes, che eleva ogni singola caratteristica del suo predecessore. Questa straordinaria pietra miliare segna un notevole passo avanti nel percorso di crescita e sviluppo di Gunfire Games.
Un’azienda che non dovrebbe mai essere sottovalutata è lo studio di sviluppo in questione, la cui spina dorsale è costituita da ex capi progetto di Crytek. Questo gruppo di talenti rappresenta il cuore pulsante del team, che, nonostante diverse sfide e cambiamenti, è riuscito a forgiare una propria identità creativa all’interno del mondo delle produzioni AA. Prendendo spunto da alcune delle opere di maggior successo del decennio, hanno abilmente cucito insieme elementi e ispirazioni all’interno della struttura fondamentale di uno sparatutto in terza persona. Questo sforzo ha portato la casa di sviluppo ad avvicinarsi pericolosamente all’atmosfera onirica e affascinante che caratterizza capolavori di calibro come Dark Souls.
Certamente, richiede un notevole coraggio. Se bastasse rubare segreti dai grandi nomi per ottenere il successo, il mondo dei videogiochi sarebbe sicuramente un luogo di esperienze straordinarie e innumerevoli nuove creazioni. Tuttavia, sappiamo bene che questo non è affatto il caso. Creare un gioco di successo non è solo una questione di copiare elementi, ma richiede un approccio unico e originale.
L’azienda in questione ha dimostrato una visione coraggiosa e distintiva, evitando di cadere nella trappola di creare un mostro senza anima come il famoso mostro di Frankenstein. Invece, hanno guidato il pubblico attraverso un’esperienza coinvolgente e affascinante, attraverso una serie di mondi unici e accattivanti. Hanno affrontato questo compito con grande cura e passione, utilizzando molti elementi che hanno reso il medium dei videogiochi così amato da molti. Il risultato è stato un gioco che emana l’aura familiare di una casa accogliente e riesce ad incantare i giocatori.
Il percorso di crescita di Gunfire Games è ancora in corso, e non si può certo considerare concluso. L’esperienza con Remnant 2 è ancora affetta da una lunga serie di imperfezioni e difetti che colpiscono la stessa essenza del gioco. Tuttavia, indipendentemente da ciò, il titolo rimane uno dei giochi più divertenti e profondi dell’anno. Ma perché? Questo lo scoprirete nella nostra recensione dettagliata di Remnant 2.
L’anima di Remnant 2
Nel cuore di mondi sconosciuti, dove pericoli mortali minacciano da ogni parte, e dove foreste punteggiate di ziggurat si alternano a palazzi ornati che evocano l’atmosfera di Castlevania, Remnant 2 si distingue per la varietà di elementi che riesce a combinare in modo convincente. L’esperienza pianta le sue radici salde in tre fonti d’ispirazione chiave, su cui si sviluppa come un rampicante. Prima di tutto, c’è il gameplay di sparatutto in terza persona, che si appropria senza sforzo di tutte le meccaniche tipiche dei soulslike: dai checkpoint classici alla curva di difficoltà impegnativa, dalle cure limitate alla barra della stamina che regola le schivate, fino agli intensi scontri con i boss e ai numerosi equipaggiamenti nascosti nelle zone più remote delle mappe. Esplorazione, combattimento, schivate e la costante attenzione alla sopravvivenza sono fondamentali, mentre ci si aggrappa alla determinazione di superare ogni ostacolo per raggiungere la prossima area.
Il secondo pilastro del gioco è rappresentato dall’aspetto RPG, che sostiene il sistema di progressione. Dopo aver presentato cinque classi iniziali, cui se ne aggiungono altre cinque da sbloccare durante l’avventura, si apre un’enorme componente di personalizzazione. Il giocatore ha l’opportunità di scegliere e migliorare con cura un’arma principale, una secondaria e una variante corpo a corpo. Inoltre, può selezionare attentamente le statistiche da potenziare e studiare approfonditamente le decine di oggetti disponibili, inclusi un amuleto, quattro anelli di grande impatto e una salvifica reliquia.
Tuttavia, questa vasta gamma di opzioni rappresenta solo la vetta di un iceberg profondissimo. Esplorando centinaia di oggetti, modifiche e mutazioni, i giocatori possono creare una moltitudine di build altamente efficaci, aprendo la strada a una rigiocabilità potenzialmente illimitata. La flessibilità nell’adattare il proprio personaggio e l’ampia gamma di combinazioni disponibili aggiungono una profonda dimensione strategica e una motivazione per esplorare ulteriormente le possibilità offerte dal gioco.
L’elemento finale è la narrazione, anch’essa strettamente legata alla formula originariamente codificata da FromSoftware. Il gioco si impegna a creare una storia interamente basata sull’interazione con i personaggi. In Remnant 2, i personaggi hanno una forte propensione a parlare, e lo fanno abbondantemente. Mentre si esplorano i diversi mondi alieni, è possibile imbattersi in creature antiche, tanto antiche quanto il multiverso stesso, che non solo condividono millenni di “lore”, ma addirittura premiano con ricompense tangibili coloro che scelgono di immergersi in questa particolare narrazione. Questo conferisce un significato anche ai minuti trascorsi ascoltando le ultime parole di un vecchio morente. Il gioco si fa carico di costruire un mondo ricco di storie e misteri, incoraggiando i giocatori a esplorare e scoprire ogni aspetto del lore, arricchendo così l’esperienza di gioco complessiva.
Assolutamente sì, giocare a Remnant 2 offre l’opportunità di immergersi nel cuore di mappe eccezionali che nascondono segreti e sorprese in ogni angolo. Ogni passo rappresenta una sfida, poiché creature letali pattugliano costantemente queste terre. Ma man mano che il protagonista avanza, le sue capacità si evolvono lentamente, trasformandolo in una macchina da guerra inarrestabile.
Esplorando mondi paralleli, i giocatori avranno l’occasione di scoprire entità ancestrali affascinanti, custodi di armi mortali, fra le più pericolose della galassia. Queste armi saranno indispensabili per affrontare gli orrori cosmici che attendono i giocatori, mettendo alla prova persino i più agguerriti tra loro. La tensione e l’adrenalina si fondono con la scoperta e l’esplorazione, creando un’esperienza coinvolgente e indimenticabile per i giocatori.
Eccellenza procedurale
Mentre ci si avventura fra le rovine di reami arborei, all’ombra di palazzi vittoriani e nei claustrofobici corridoi delle cripte dimenticate, si percepisce immediatamente che le ambientazioni non sono semplici sfondi panoramici, ma piuttosto costrutti di puro gameplay da vivere appieno. Una delle caratteristiche fondamentali di Remnant 2 risiede nell’uso efficace della generazione procedurale, una tecnica che fino ad ora ha lasciato un’impronta ambivalente nella carriera dei videogiocatori. Questa meccanica è stata già incontrata nei Chalice Dungeon di Bloodborne, nel Returnal di Housemarque, e, ovviamente, nella maggior parte dei roguelite, ma in Remnant 2, Gunfire Games ha dato forma a una generazione procedurale decisamente più complessa e impattante, dimostrando di saperla utilizzare in modo geniale.
L’uso intelligente della generazione procedurale ha consentito a Remnant 2 di offrire una varietà infinita di esperienze di gioco. Ogni nuova partita è unica, con mondi generati casualmente che offrono sfide e scoperte sempre diverse. Questa caratteristica non solo aumenta notevolmente la rigiocabilità, ma aggiunge anche un senso di avventura e scoperta costante. La generazione procedurale in Remnant 2 è stata abilmente implementata, contribuendo a rendere il gioco coinvolgente e appassionante ad ogni passo.
L’avventura ha inizio nel Ward 13, un hub di gioco tradizionale che offre una discreta quantità di mercanti e un’introduzione narrativa legata agli eventi del capitolo precedente. La storia, sebbene non memorabile di per sé, fornisce un pretesto convincente per giustificare l’architettura dell’opera: il protagonista salta attraverso un artefatto chiamato Pietra del Mondo, permettendo l’accesso a diversi universi, simile a quando si attraversa il caro vecchio Stargate di Roland Emmerich. È solo dopo il primo viaggio interdimensionale che Remnant 2 inizia a svelare la profondità del suo intricato mondo narrativo.
Esplorando queste diverse dimensioni, la storia si sviluppa in modo avvincente e avvolgente. Man mano che i giocatori proseguono nel loro viaggio, emergono misteri e segreti che catturano l’immaginazione. Il gioco riesce a coinvolgere sempre di più i giocatori, spingendoli a scoprire ciò che si nasconde dietro la facciata apparentemente semplice del Ward 13. La narrazione si fa più avvincente, e il mondo di Remnant 2 si rivela essere un intricato labirinto di sorprese e rivelazioni.
In Remnant 2, ci sono in totale cinque mondi da esplorare, ognuno di essi costituisce una vasta destinazione che va oltre la tradizionale e banale definizione di “bioma”. L’ordine in cui si affrontano questi mondi è completamente casuale, a parte alcuni punti fissi. Ciò significa che alcuni giocatori potrebbero iniziare il loro viaggio nella cittadella meccanizzata di N’Erud, trovandosi ad affrontare pericolosi automi da guerra. Altri potrebbero invece calpestare il terreno erboso di Yaesha, un’antica foresta costellata di rovine e popolata da incubi lovecraftiani. Altri ancora, più fortunati, potrebbero risvegliarsi nelle strade di Losomn, una metropoli ottocentesca con un’architettura speculare che sembra una fusione tra la Yahrnam di Bloodborne, con cittadini impazziti armati di forconi, e un opulento castello vicino ai viaggi della famiglia Belmont, pieno di letali creature angeliche che sembrano provenire direttamente da Sanctuary.
Ogni mondo è unico e affascinante, offrendo una varietà di ambientazioni, nemici e sfide uniche. Questa struttura non lineare del gioco consente ai giocatori di sperimentare un’esperienza diversa ad ogni nuova partita, aumentando notevolmente la rigiocabilità e il fascino dell’esplorazione. La vastità e la diversità di questi mondi sono un tratto distintivo di Remnant 2, offrendo un’immersione completa in un universo ricco di dettagli e sorprese.
La generazione procedurale in Remnant 2 va ben oltre il semplice cambiamento dell’ordine di affrontare i mondi; essa modifica anche la struttura stessa di questi mondi. Ogni balzo attraverso la Pietra del Mondo non solo inverte l’ordine dei boss da affrontare, ma anche la disposizione dei dungeon e degli NPC con cui interagire. Ogni macro area si sviluppa in una serie di zone minori, ognuna delle quali contiene un boss, puzzle ambientali, mercanti strambi e ricompense uniche. Questa proceduralità ha un impatto significativo anche sul sistema di progressione del gioco.
Un giocatore potrebbe imbattersi in una potente arma celata in fondo a una cripta, pochi passi dopo l’inizio del gioco, mentre un altro potrebbe scoprire quella stessa arma solo verso la fine della sua avventura. Questa variazione nella disposizione dei contenuti garantisce una ventata di freschezza ad ogni balzo interdimensionale. Ogni viaggio attraverso la Pietra del Mondo cambia profondamente non solo il paesaggio e le storie che si incontrano, ma anche le possibilità di approccio e di creare diverse build.
Tutto quello che funziona
Il segreto distintivo di Remnant 2 risiede nella sua essenziale semplicità. Questo videogioco si presenta con onestà e chiarezza, senza fronzoli: ti catapulta in un nuovo mondo, ti spinge ad annientare tutto ciò che si muove, sfidare boss giganteschi e raccogliere tonnellate di bottino. Tuttavia, sebbene questo ciclo di gameplay sia già coinvolgente di per sé, consentendo ai giocatori di godere di un’esperienza simile a un RPG arcade basato su frenetiche sparatorie, Gunfire Games ha perfezionato l’essenza del predecessore, introducendo diversi strati di profondità in questa avventura.
L’esplorazione di mondi sconosciuti rappresenta un’esperienza tutto fuorché banale: viaggiando attraverso mappe inesplorate, ci si imbatte costantemente in enigmatici PNG, desiderosi di arricchire il tessuto narrativo. Questi personaggi sono spesso associati a missioni segrete, che svelano numerosi equipaggiamenti unici e talvolta rivelano una nuova classe nascosta, capace di rivoluzionare completamente l’approccio al combattimento. Tale ispirazione si rispecchia anche nei molteplici dungeon opzionali disseminati nei confini dei mondi, che possono essere antiche tombe infestate da nemici rivelatori di segreti in successione. In altre occasioni, invece, si tratta di piccoli teatri dove gli enigmi ambientali si susseguono, stimolanti e mai ingiustamente frustranti, e sempre legati alla conquista di armi o accessori particolarmente rari.
Un’ampia fonte di gratificazione deriva, infatti, dall’ingegnoso sistema di progressione, che costituisce il motore segreto dietro ogni azione intrapresa: l’evoluzione del personaggio si manifesta chiaramente e, se all’inizio del percorso può risultare estremamente faticoso raggiungere anche solo il successivo punto di controllo, una volta che le configurazioni prendono forma, la paura cede rapidamente il passo alla brama di azione, soprattutto per ciò che riguarda l’acquisizione di nuove attrezzature. Un’ampia gamma di opzioni di personalizzazione, che spaziano tra classi, moduli, anelli, amuleti e molto altro, si traduce in un vasto universo di possibilità, consentendo di cucire addosso al proprio personaggio un abito di gameplay su misura, passando da abilità magiche da evocatore a possenti torrette robotiche, da intramontabili fucili a leva a spadoni devastanti a due mani capaci di assorbire la salute dei nemici.
Un’architettura straordinaria, che si esprime con maestria sia in solitaria, seguendo una struttura simile all’indimenticabile esperienza “soulslike”, sia in cooperativa con due compagni di viaggio, dove le sinergie tra le diverse classi brillano in modo eccezionale. A proposito del livello di difficoltà, è sorprendentemente ben bilanciato: considerando sempre il sistema di generazione procedurale, offre quattro diverse sfide predefinite, oltre a una modalità hardcore classica, tutt’altro che adatta ai deboli di cuore, in cui la morte del protagonista comporta la cancellazione del relativo salvataggio.
Tantissime piccole sbavature
Il principale punto debole di Remnant 2, proprio come nel suo predecessore, risiede nella sua spina dorsale tecnica. Il sistema di movimento si rivela ancora impreciso e, a tratti, poco reattivo, lontano anni luce dalla fluidità dei celebri TPS basati sulle coperture. Inoltre, è ancorato a meccaniche che rischiano di generare caos anche nelle battaglie che dovrebbero risultare semplici. È frequente trovarsi a mancare un salto e precipitare in burroni, incastrarsi nei dettagli della scenografia e subire le inevitabili conseguenze, o essere colpiti dai nemici a causa delle vistose imperfezioni nel sistema di animazioni.
Purtroppo, è evidente che il gioco spesso risulta essere più difficile di quanto dovrebbe a causa di problemi di natura tecnica, comprensibili in un progetto ambizioso di tale portata. Gli attacchi dei boss presentano animazioni poco chiare e difficili da interpretare, mentre la mira automatica dei nemici talvolta si rivela eccessivamente punitiva. Inoltre, le hitbox delle creature più grandi sono così imprevedibili che sembrerebbe impossibile anticiparle, persino con una sfera di cristallo. Le creature stesse, troppo spesso, si affidano a orde di minion per mettere in difficoltà i giocatori, seguendo lo stesso paradigma già riscontrato nel primo capitolo.
Inoltre, l’esperienza di gioco soffre pesantemente del cosiddetto “button bloat”. Con un’interfaccia utente non esattamente intuitiva, Remnant 2 richiede di gestire simultaneamente cinque oggetti consumabili, le abilità del personaggio, gli attacchi speciali delle armi, le diverse armi da fuoco e quelle per il corpo a corpo. Questa complessità rende inevitabilmente difficile gestire tutti questi comandi, specialmente quando si gioca con un gamepad. Lo stesso livello di complessità si riflette nella presentazione e nella navigazione dei numerosi menù che riguardano il personaggio e l’equipaggiamento, che potrebbero sicuramente beneficiare di un’ottimizzazione per renderli più accessibili e user-friendly.
Infine, è doveroso menzionare il comparto tecnico di Remnant 2, che rispetta la tradizione della serie ma non sempre con impatti positivi. Sebbene il livello di dettaglio, la qualità generale e le prestazioni siano notevolmente migliorati rispetto al predecessore, il gioco mostra ancora i limiti tipici di una produzione di dimensione AA. In effetti, il gioco svolge adeguatamente il suo compito e gestisce la maggior parte delle situazioni in modo soddisfacente, ma le prestazioni possono risultare altalenanti su diverse configurazioni hardware, e gli effetti visivi sorprendenti sono piuttosto rari. Un’ultima nota riguarda la localizzazione italiana, presente sia nelle voci che nei testi, ma purtroppo affetta da numerosi errori e segmenti non tradotti correttamente, risultando quindi poco curata.
Uno dei giochi più divertenti dell’anno
Detto ciò, Remnant 2 rappresenta uno straordinario balzo in avanti rispetto a From the Ashes, potenziando ogni aspetto dell’esperienza e intervenendo dove necessario, dimostrando una decisa determinazione dove il predecessore aveva già colpito nel segno. Nonostante ci siano alcune piccole sbavature di natura tecnica e meccanica – che a volte toccano persino il cuore dell’opera – queste non pregiudicano assolutamente la godibilità dell’esperienza. Infatti, sul nostro banco di prova, Remnant 2 si è rivelato uno dei giochi più coinvolgenti e divertenti dell’anno: una volta entrati nel primo mondo parallelo e apprese le meccaniche di gioco, diventa estremamente difficile staccarsi da questa avventura.
Le dieci ore necessarie per completare il primo viaggio rappresentano solo l’inizio del vasto labirinto che è Gunfire Games: con una rigiocabilità straordinaria e un’esperienza cooperativa di alto livello, Remnant 2 va ben oltre la promessa di offrire centinaia di ore di contenuti. Questo gioco è avvolto da una direzione artistica ipnotica e un sistema di personalizzazione unico nel suo genere. In poche parole, le dimensioni parallele di Remnant 2, nonostante la presenza di orrori, sono una meta perfetta per trascorrere una lunga e piacevole vacanza, offrendo un’esperienza avvincente e coinvolgente.