PCPS4PS5RecensioneThe Texas Chainsaw MassacreXboxseriesxXone

Recensione di The Texas Chainsaw Massacre: omaggio al capolavoro di Tobe Hooper

The Texas Chainsaw Massacre, la recensione del gioco che rende giustizia al film di Tobe Hooper

Il film “Non aprite quella porta,” conosciuto come “The Texas Chainsaw Massacre” negli Stati Uniti, rappresenta un punto di riferimento nel genere dell’horror ed è stato rilasciato nel 1974. Tobe Hooper, quasi all’inizio della sua carriera, è stato il regista di questo film, avendo precedentemente realizzato solamente un altro lavoro a basso budget, intitolato “Eggshells.” La trama ruota attorno alla famiglia Sawyer, un gruppo di serial killer cannibali, che compie omicidi atroci ai danni di un gruppo di giovani ignari. Il film si distingue per l’approccio quasi documentaristico nell’incarnare l’orrore e per la sua rappresentazione viscerale della brutalità. Naturalmente, il film ottenne un notevole successo, nonostante scatenò numerose controversie che portarono a vari divieti, principalmente a causa del suo contenuto giudicato eccessivamente violento.

Nonostante le sfide incontrate, questo film ha guadagnato uno status di culto e ha influenzato notevolmente il genere, dando origine a una serie cinematografica che è ancora in corso oggi. Questo ha reso il personaggio di Faccia di Cuoio, conosciuto anche come Leatherface, un’icona indimenticabile. Il nome stesso suggerisce il suo aspetto distintivo, indossando costantemente una maschera di pelle, e il suo inquietante metodo di sezionare le vittime usando una sega elettrica. Un esempio eloquente dell’impatto di questo film si trova nel noto videogioco horror asimmetrico, Dead by Daylight. Qui, vengono chiaramente omaggiati diversi elementi di The Texas Chainsaw Massacre, con ganci utilizzati per i sopravvissuti e un cacciatore soprannominato il Cannibale. Questo cacciatore, coincidenza o meno, condivide la stessa maschera di pelle sul volto e l’arma distintiva, la sega elettrica, richiamando immediatamente il nostro caro Leatherface.

Sembra che il notevole successo ottenuto dal titolo di Behaviour Interactive abbia influenzato positivamente Gun Interactive, l’editore, insieme allo studio di sviluppo Sumo Digital, a collaborare per creare un gioco ufficiale basato sul film di Hooper. Questa fusione di concetti si adatta in modo impeccabile al genere degli horror asimmetrici. Pertanto, con questa recensione di The Texas Chainsaw Massacre, ci proponiamo di esplorare se Faccia di Cuoio ha la possibilità di competere contro il Cannibale.

Da paura

Le atmosfere sono quelle giuste

Pur essendo un gioco online, The Texas Chainsaw Massacre riesce a instillare il terrore nei giocatori. Questa affermazione è tutto fuorché banale, considerando il suo genere. A differenza di Dead by Daylight, che nel corso del tempo ha abbandonato questa caratteristica in favore di elementi legati al folklore dell’horror, Sumo Digital ha dimostrato un impegno notevole nel creare tensione per i cinque partecipanti che assumono il ruolo delle vittime intrappolate nella casa dei Saywer. Qui, gli sviluppatori sembrano aver lavorato attentamente per generare una sensazione di apprensione mentre i giocatori cercano di sfuggire dalla dimora dei Saywer, dove si sono addentrati nella ricerca di una ragazza.

Dunque, quando uno si trova da solo nella casa, inseguito dai tre assassini della famiglia, si sente un palpabile carico di tensione. Questa tensione deriva dalla consapevolezza che un solo colpo potrebbe essere sufficiente a porre fine alla propria vita, e scappare velocemente non rappresenta un’opzione realistica data la disparità di forze in campo. In pratica, dover affrontare la sorpresa di Faccia di Cuoio che appare improvvisamente mentre si cerca disperatamente di raggiungere l’uscita, solo per poi essere brutalmente attaccati, rappresenta uno dei momenti più coinvolgenti del genere cinematografico fino ad oggi. In qualche modo, questa situazione riesce a provocare una sensazione disturbante, amplificata dalle misure adottate per accentuarla. L’attenzione è quindi concentrata sugli aspetti stealth, poiché i superstiti devono muoversi in silenzio, evitando accuratamente scontri diretti che inevitabilmente portano a un unico risultato.

Ne esiste già uno!

Sumo Digital non è stata la prima a creare un videogioco basato su The Texas Chainsaw Massacre. Nel lontano 1983, Wizard Video ha lanciato un gioco per Atari 2600 intitolato proprio “The Texas Chainsaw Massacre”, ottenendo la licenza ufficiale del film. In questa versione, i giocatori prendevano il controllo del famigerato Faccia di Cuoio e dovevano eliminare le vittime, evitando al contempo vari ostacoli. Il gioco, anche se graficamente semplice, presentava un gameplay piuttosto monotono.

Curiosamente, le sequenze di omicidi e persino la scena finale avevano un tono quasi umoristico; ad esempio, si poteva assistere alla buffa scena in cui una ragazza, probabilmente ispirata a Sally del film, metteva fine alle malefatte del serial killer con un calcio ben piazzato. Tuttavia, nonostante queste peculiarità, il gioco non ebbe molto successo sul mercato. In realtà, molti negozi decisero addirittura di boicottarlo, rifiutandosi di metterlo in vendita, il che portò a un insuccesso commerciale complessivo.

Le vittime

La migliore trasposizione del film Non aprite quella porta

Come abbiamo discusso in precedenza, The Texas Chainsaw Massacre sta apportando significative modifiche alla formula di Dead by Daylight, distinguendosi come un gioco con una sua identità distintiva. Al momento, ci sono tre killer attivi sul campo, anziché uno solo, selezionati da un gruppo di cinque opzioni: Faccia di Cuoio, il Cuoco, l’Autostoppista, Johnny e Sissy, quest’ultimi rappresentanti delle nuove aggiunte alla famiglia dei personaggi. Di conseguenza, ogni partita coinvolge un totale di otto giocatori. Non possiamo tralasciare il quarto killer, il nonno, il quale svolge un ruolo peculiare. Egli è sostanzialmente stazionario e ha un’appetibilità per il sangue delle sue vittime.

Quando è sazio, emette un suono potente che rivela ai killer la posizione dei sopravvissuti, costringendo questi ultimi a rimanere completamente immobili per evitare di essere scoperti. Certamente, prolungare troppo questa immobilità potrebbe dimostrarsi altrettanto pericoloso, data la minaccia imminente. Si deve adattare l’approccio alla situazione e optare per la soluzione meno rischiosa. Questo metodo mantiene costantemente elevata la tensione e scoraggia tattiche eccessivamente statiche. È fondamentale agire in modo silenzioso, ma è altrettanto importante mantenere una mobilità costante. L’obiettivo primario dei sopravvissuti, che includono Ana Flores, Connie Taylor, Julie Crawford, Leland McKinney e Sonny Williams, è chiaramente la fuga. Tuttavia, per riuscire nell’impresa, devono trovare il modo di aprirsi la strada verso la salvezza, come ad esempio recuperando un fusibile di ricambio per un’entrata elettrica, utilizzando grimaldelli per aprire un cancello chiuso a chiave o intraprendendo altre azioni simili.

Esistono numerose opzioni per sfuggire, e esplorare l’ambiente presenta ulteriori opportunità per aumentare le probabilità di sopravvivenza. Ad esempio, è possibile individuare pale che consentono un momentaneo rallentamento dei killer durante la fuga, oppure è possibile rivelare passaggi segreti che permettono di allontanarsi inosservati.

In linea generale, nell’interpretazione delle vittime in The Texas Chainsaw Massacre, il gioco promuove l’approccio individuale piuttosto che la collaborazione tra giocatori. Anzi, potrebbe addirittura essere più efficace non cooperare affatto. Come accennato, i giocatori non sono in grado di fermare i killer, ma possono soltanto rallentarli. Riunirsi in gruppo potrebbe comportare una maggiore esposizione al pericolo, sia perché nascondersi diventa più difficile, sia perché i killer tendono a concentrarsi su chi viene scoperto. Mantenere una distanza dagli altri giocatori significa anche distribuire i killer in modo da avere più spazio per manovrare, nel caso in cui uno non venga subito individuato. Ciò consente al giocatore di concentrarsi sulle proprie strategie senza doversi preoccupare eccessivamente di seguire tattiche di gruppo o obbedire agli ordini di altri giocatori che potrebbero sentirsi autoritari.

I killer

In The Texas Chainsaw Massacre bisogna riuscire a essere silenziosi, se si vuolo sfuggire ai killer

Come già menzionato, ci sono cinque killer giocabili. Inizialmente, avevamo l’idea che fossero tutti simili tra loro, con solo lievi differenze per giustificarne l’inclusione. Tuttavia, giocando, abbiamo scoperto che questa non è la realtà. Sumo Digital ha dedicato un’enorme attenzione nel creare un team di killer dal carattere distintivo, ognuno dotato non solo di abilità uniche, ma anche di inviti alla collaborazione (cosa che si discosta dall’approccio dei sopravvissuti). Per esempio, Sissy, con la sua struttura snella, è in grado di inseguire i giocatori attraverso corridoi stretti mentre brandisce il suo letale coltello.

Sissy è anche in grado di applicare il suo veleno direttamente sui giocatori o sulle fiale curative, rendendo particolarmente pericoloso berle. D’altra parte, l’Autostoppista può collocare trappole strategiche per complicare l’accesso a luoghi chiave. I sopravvissuti devono dedicare tempo al disarmo delle trappole, all’apertura di serrature e ad altre azioni simili, mentre i killer possono cooperare per creare percorsi intrighianti per le loro vittime. In questo contesto, Faccia di Cuoio emerge come il più diretto del gruppo: un imponente gigante dall’andatura lenta, ma estremamente letale. Spesso le sue vittime vengono uccise grazie all’apporto degli altri killer più che alle sue capacità individuali.

Tecnica al servizio del gameplay

In alcuni momenti la tensione sale alle stelle

The Texas Chainsaw Massacre offre un notevole interesse anche dal punto di vista tecnico. La sua attrattiva non si basa solamente sulla qualità grafica, che risulta complessivamente di buon livello. Ciò che coinvolge maggiormente è l’atmosfera sonora e come l’azione sfrutti in modo intelligente vari suggerimenti visivi e elementi distinti. Parlando dell’aspetto sonoro, l'”Apprehension Engine” svolge un eccellente lavoro nell’adattare la musica a ogni situazione, intensificando progressivamente la tensione fino al culmine quando si è gli ultimi sopravvissuti sulla mappa. Inoltre, ogni suono svolge una sua specifica funzione, compresi i distinti rumori generati dai killer, che fungono da segnali per rivelare la loro presenza alle vittime in fuga.

Sono presenti anche suoni ambientali volti a confondere i killer, rendendo più complesso per loro individuare le loro vittime. Anche dal punto di vista visivo, sono state intraprese molte azioni per accentuare la tensione. Ad esempio, il gioco offre un feedback visivo alle vittime quando si trovano in prossimità di un killer. Questo è sia un aiuto pratico sia un modo per far salire alle stelle la tensione, poiché talvolta si riceve questo feedback senza individuare immediatamente il nemico, generando apprensione nel compiere qualsiasi azione. È inoltre rilevante notare come alcuni elementi visivi siano stati efficacemente integrati come meccaniche di gioco. Ad esempio, in alcune aree, l’ombra si fa così densa da celare efficacemente i giocatori, e l’erba all’esterno riesce a renderli pressoché invisibili. Questi piccoli accorgimenti contribuiscono ad approfondire l’esperienza, e la capacità coinvolgente del gioco trae vantaggio anche da questi dettagli.

Qualche problema

Qualche mappa in più non gli avrebbe fatto male

In generale, abbiamo preferito The Texas Chainsaw Massacre rispetto a Dead by Daylight, con il quale è inevitabile fare un confronto, sebbene il titolo di Sumo Digital non sia esente da alcune imperfezioni. Un esempio è rappresentato dal numero limitato di mappe, che sono solo tre, con relative varianti notturne. Queste mappe sono state progettate con attenzione e risultano interessanti da esplorare, poiché offrono molteplici opportunità per sviluppare strategie uniche di partita in partita. Tuttavia, la quantità complessiva è piuttosto limitata, soprattutto considerando che condividono uno stile stilistico piuttosto omogeneo.

Sicuramente, una maggiore varietà avrebbe arricchito l’esperienza da questo punto di vista. Un ulteriore problema risiede nell’introduzione al gioco, a cominciare da un tutorial non molto riuscito, costituito da lunghi video che ripetono più volte le stesse informazioni, aggiungendo nuovi dettagli progressivamente. Vale la pena sottolineare che non stiamo parlando di un gioco estremamente complesso, ma vi sono alcune meccaniche che richiedono spiegazioni. Senza una guida adeguata, le prime partite possono essere caratterizzate da errori, talvolta anche banali, e ciò può generare frustrazione senza una ragione apparente, se non la mancanza di un tutorial efficace. Questa situazione potrebbe persino spingere molti giocatori a abbandonare il gioco a causa di semplici incomprensioni, il che sarebbe un vero peccato, considerando il potenziale offerto dal titolo di Sumo Digital. Un’altra lacuna riguarda il seminterrato, che rappresenta l’area iniziale dove fa la sua comparsa un solo killer, Faccia di Cuoio.

L’area del seminterrato risulta notevolmente intricata, ma allo stesso tempo piuttosto ristretta. È possibile che il killer individui rapidamente un giocatore, soprattutto se è familiare con l’ambiente. In effetti, concludere una partita in pochi secondi non è un’esperienza particolarmente piacevole. È importante considerare che abbiamo sperimentato il gioco con una base di utenti molto limitata, il che comporta le difficoltà tipiche nel trovare partite. Immaginate quindi come ci siamo sentiti dopo aver trascorso diversi minuti in attesa di giocare, solo per essere eliminati in un batter d’occhio. Tuttavia, è probabile che una volta che il gioco sia disponibile e i server siano ben popolati, questo problema si attenui significativamente.

8.0

Conclusioni

The Texas Chainsaw Massacre rappresenta un'eccellenza nel panorama degli horror asimmetrici, nonostante possa non vantare la stessa abbondanza di contenuti di un Dead by Daylight qualsiasi. Pur essendo limitato nella varietà dei killer, essi sono stati creati con ingegnosità e risultano gratificanti da utilizzare. Le vittime riescono a immergersi nella tensione di una situazione così estrema e ogni meccanica di gioco è studiata per suscitare quella paura che altrove potrebbe sembrare trascurata. È un peccato che il gioco non abbia una vastità di contenuti e che l'esperienza di ingresso non sia stata affinata a dovere. Tuttavia, anche con queste limitazioni, rimane un titolo eccellente che merita di essere giocato rigorosamente al buio, per cogliere appieno l'atmosfera coinvolgente.

Hunter Assassin

8.0

Pro

  • Atmosfera altamente tensionale
  • Killer e vittime con profonde caratterizzazioni
  • Dinamiche di gioco coinvolgenti

Contro

  • Tutorial problematico
  • Una maggiore varietà di mappe sarebbe stata auspicabile
  • Esperienza di gioco compromessa da morti immediate
Articoli correlati
AndroidGenshin ImpactiPadiPhoneNintendo SwitchPCPS4PS5Soluzione

Lyney miglior build Guida per Genshin Impact: Artefatti, armi e squadre

Armored Core 6: Fires of RubiconPCPS4PS5SoluzioneXboxseriesxXone

Guida di Armored Core 6: Fires of Rubicon: I principianti definitivi per la migliore build

8.0
Mediterranea InfernoPC

Recensione di Mediterranea Inferno: visual novel italiana di Dark Temptations

8.0
AndroidiPadiPhoneMyth: Gods of AsgardRecensione

Recensione di Myth: Gods of Asgard: un clone di Hades con un tocco nordico