Introdotto nel mondo arcade nel lontano 1987, Double Dragon detiene senza dubbio il titolo di pioniere tra i picchiaduro a scorrimento. Prima dell’emergere dell’iconica etichetta Technos Japan, alcuni hanno tentato di replicare lo stile d’azione progressivo del gioco e gli elementi della trama comparabili, ma erano limitati dai limiti del gameplay bidimensionale.
L’introduzione dell’innovativa funzionalità che permetteva ai giocatori di muoversi in profondità all’interno degli scenari di gioco ha rivoluzionato il gameplay, aggiungendo una dimensione completamente nuova all’esperienza. Da quel momento in poi si è fatta la storia: l’immensa popolarità di questo gioco coin-op ha aperto la strada a numerose produzioni seguendo un percorso simile, tra cui titoli acclamati come Golden Axe e Final Fight. Tra questi, Capcom è emersa come una stella splendente, padroneggiando ed eccellendo nell’implementazione di tali meccaniche innovative.
Nell’ultimo revival dei giochi di combattimento a scorrimento, gli iconici fratelli Billy e Jimmy Lee fanno un ritorno trionfante. In questa rivisitazione post-apocalittica creata da Secret Base, si imbarcano in una missione insieme a un variegato elenco di alleati giocabili, tutti dediti a riportare l’ordine nei resti di New York, ora invasa da bande di predoni e spietati criminali. Insieme, affrontano l’arduo compito di reclamare la città dalle grinfie del caos.
La visione di Arc System Works, l’attuale proprietario del franchise, si traduce in un’esperienza di gioco straordinaria o serve semplicemente come gesto nostalgico? Scopri la risposta nella nostra recensione completa di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons.
Storia e struttura: interessanti novità e un pizzico di roguelike
Indubbiamente, la narrazione di Double Dragon: Rise of the Dragons funge da semplice pretesto per spingere i protagonisti del gioco all’azione per le strade, e a questo proposito lo sfondo post-apocalittico non cambia molto. Tuttavia, c’è un’inversione di ruolo significativa tra i personaggi. L’ex damigella in pericolo, l’adorabile Marian, ora assume il ruolo di un agente di polizia, seguendo le orme di suo zio Matin, e può anche essere reclutata come alleata durante l’emozionante campagna. Questa nuova svolta aggiunge una nuova dinamica al gameplay, offrendo ai giocatori un’esperienza unica e coinvolgente.
Oltre ai quattro personaggi principali, i giocatori possono sbloccare nove personaggi aggiuntivi, tra cui il formidabile Abobo, il letale Chin Taimei con i suoi letali bastoni e molti altri formidabili boss. L’acquisizione di questi sbloccabili richiede la spesa di preziosi gettoni guadagnati durante le tue audaci spedizioni. Questo approccio ingegnoso migliora la struttura del gioco, trascendendo efficacemente i vincoli convenzionali dei giochi di combattimento a scorrimento. Introducendo questo gratificante sistema di token, i giocatori sono incoraggiati a esplorare nuove possibilità e ad approfondire l’esperienza di gioco immersiva, rendendola un’evoluzione significativa rispetto ai limiti del gameplay tradizionale.
Nati pensando alle sale giochi, questi giochi sono spesso associati a esperienze di gioco relativamente brevi. Tuttavia, le menti creative di Secret Base hanno ingegnosamente affrontato questa limitazione storica incorporando concetti affascinanti che ricordano le meccaniche roguelike. Particolarmente degne di nota sono le implementazioni innovative riguardanti la gestione “continua” e il salvataggio dei progressi, che richiedono ai giocatori di guadagnare attivamente il proprio avanzamento.
All’interno del gioco, ai giocatori viene concessa l’entusiasmante libertà di scegliere tra quattro distinti distretti, ciascuno sotto il controllo di una diversa fazione criminale e culminante in un formidabile scontro finale con il boss. L’aspetto intrigante sta nel fatto che la sequenza in cui si affrontano queste fasi influisce direttamente sulla loro complessità e durata, creando un accattivante incentivo alla rigiocabilità. Di conseguenza, completare la campagna una sola volta apre le porte a una serie di possibilità inesplorate, spingendo i giocatori a intraprendere più partite per scoprire tutte le gemme nascoste che il gioco ha in serbo. Inoltre, preparati a deliziose sorprese e finali alternativi, aumentando ulteriormente il brivido e garantendo un’esperienza di gioco ricca e dinamica che mantiene i giocatori affascinati durante il loro viaggio.
Gameplay: la rinascita del doppio drago
L’affascinante stile artistico “chibi” di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons inizialmente ci ha fatto riflettere, sollevando preoccupazioni per motivi puramente pratici. La lunghezza del braccio più corta dei personaggi ha comportato che i loro attacchi avessero una portata notevolmente limitata, richiedendo una vicinanza pericolosa agli avversari per colpirli efficacemente. Questa vicinanza rappresentava un potenziale rischio per i nostri personaggi durante gli incontri di combattimento.
Questo particolare metodo è stato oggetto di discussione sia nella recensione di Scott Pilgrim vs. The World – The Game Complete Edition e, più recentemente, nella recensione di Fight’N Rage. Aggiunge uno strato di sfida, ma se abilmente integrato, assume un significato distinto all’interno del gameplay, rivelando la sua natura inaspettatamente strategica.
Durante i momenti iniziali, questi aspetti potrebbero non essere immediatamente evidenti. Tuttavia, man mano che si trascorre più tempo immersi nel gioco, le decisioni ponderate prese dal team di sviluppo diventano evidenti. Conferma il loro approccio meticoloso nel soddisfare le diverse sfaccettature dell’esperienza, sforzandosi di raggiungere un compromesso completo, divertente, stimolante e duraturo. Inoltre, i giocatori che cercano un’esperienza più accessibile hanno la possibilità di attivare “continua” infiniti e regolare le impostazioni di bilanciamento della difficoltà in base alle proprie preferenze.
Indubbiamente, l’essenza del racconto risiede nelle vivide azioni che si svolgono sullo schermo, e che racconto avvincente è! Una tempesta di colpi eclatanti, sferrati con stupefacente precisione, assorbe il pubblico, lasciandolo parzialmente sazio. Gli impatti sono rappresentati magistralmente, evocando un autentico senso di impatto, come se si stessero sferrando potenti colpi in mezzo all’aria. Tuttavia, c’è un inaspettato tocco di giocoleria che, in alcuni casi, può minimizzare alcune sequenze. Tuttavia, l’ultima domanda rimane: questa stravagante aggiunta aumenta la gratificazione generale?
In questo esilarante gioco scoprirai una miriade di mosse distintive, dalle combo di base agli assalti aerei, e persino prese con un tocco unico. Coinvolgere efficacemente il tuo avversario richiede un tempismo abile e coglierlo alla sprovvista con una pressione mirata del pulsante. Il gioco introduce colpi in corsa devastanti che aggiungono un ulteriore livello di intensità alle battaglie. Ogni personaggio è davvero unico nel suo genere e offre abilità e stili di gioco diversi. E, naturalmente, ci sono le mosse speciali maestose che sono a dir poco spettacolari.
Tuttavia, fare affidamento esclusivamente su questi speciali non sarà sufficiente per garantire la vittoria se qualcuno ci sta attaccando senza sosta. È qui che entra in gioco la funzione tag, che ci consente di passare senza problemi da un personaggio all’altro durante la partita, elaborando strategie e cooperando per trionfare. Con questa doppia gestione dei personaggi, il gioco diventa un’esperienza ancora più emozionante e dinamica.
La formula messa a punto da Secret Base evidenzia innegabilmente alcuni punti critici. In primo luogo, la restrizione del gioco cooperativo a soli due giocatori e limitata al gameplay locale può essere percepita come uno svantaggio significativo, quasi un difetto mortale. Inoltre, sembra esserci una certa rigidità nella gestione della progressione del gioco. Ad esempio, se un giocatore singolo avvia il gioco, non avrà la possibilità di aggiungere senza problemi un secondo giocatore in movimento e viceversa. Questa opportunità persa è deplorevole poiché il concetto di gameplay drop-in/drop-out è un concetto che ha un grande potenziale e avrebbe dovuto essere esplorato e implementato a fondo.
Realizzazione tecnica: fra alti e bassi
La discussione sullo stile quasi chibi solleva alcune preoccupazioni pratiche, ma in termini di design c’è poco da criticare. I personaggi di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragon mostrano uno stile pixel art ben eseguito che trasuda maturità, catturando con successo l’attenzione dei giocatori. Il character design evita di essere generico e si distingue come tratto distintivo, mentre lo stesso livello di unicità potrebbe non essere così evidente negli ambienti e negli sfondi, che tendono più al convenzionale. Nel complesso, l’estetica visiva del gioco raggiunge un equilibrio tra finezza artistica e fascino della pixel art, rendendolo un’esperienza accattivante e divertente.
Purtroppo, non tutte le impostazioni del gioco riescono a mantenere uno standard costantemente elevato. Alcune aree soffrono di soluzioni semplicistiche, perdendo la possibilità di presentare immagini davvero evocative sullo schermo. Tuttavia, il gioco compensa questo con la sua musica eccezionale, che reinterpreta abilmente le canzoni della colonna sonora originale in modo accattivante e incantevole. La musica diventa un elemento potente che sicuramente affascinerà e conquisterà i giocatori, migliorando l’esperienza di gioco complessiva nonostante le carenze occasionali nel design visivo.
Requisiti di Sistema PC
Categoria | Processore | Scheda video | Memoria RAM | Storage | Sistema operativo |
---|---|---|---|---|---|
Configurazione di Prova | Intel Core i5 13500 | NVIDIA RTX 4070 | 32 GB | N/D | Windows 11 |
Requisiti minimi | Intel Core i5 9300H | NVIDIA GTX 1050 | 8 GB | 3 GB | Windows 10 |
Requisiti consigliati | Intel Core i5 8400 | NVIDIA GTX 1080 Ti | 16 GB | 3 GB | Windows 10, Windows 11 |